Guida semiseria alla raccolta differenziata

La raccolta differenziata è ancora vista da molti come un fastidio: è necessario ricordare molte regole, spendere un po’ di tempo e concentrazione ogni volta che si butta via qualcosa, organizzare diversamente la cucina. Se entri nella mia ci sono memorandum attaccati al frigorifero o in prossimità della pattumiera, per ricordarci alcuni diktat che non rimangono in testa perchè le regole da seguire sono davvero tantissime!

In questo articolo oltre a convincerti dell’importanza di questa abitudine – perché così dovrebbe essere vissuta, come un’abitudine quotidiana e spontanea al pari di lavarsi i denti – voglio porre l’accento sul fatto che farla in modo approssimativo equivale a non farla.

Partirò dai dubbi che avevo io stessa (quanti pasticci ho combinato senza nemmeno saperlo!) e che emergevano anche da chiacchierate con amici o con l’infittirsi delle regole comunali. Ecco una piccola guida semiseria alla raccolta differenziata, un prontuario da integrare alla norma specifica relativa al Comune in cui abiti.

Guida semiseria alla raccolta differenziata, per non sbagliare più!

Umido

Da tutti gli alimenti/elementi raccolti, negli appositi sacchetti degradabili accumulati nei secchi marrone scuro, si ottiene un concime naturale veramente importante e prodotto in maniera particolare: accelerando e controllando la decomposizione naturale della raccolta, tutto il materiale è sottoposto a biossidazione, utile poi nel giardinaggio o nella coltivazione.

Invitiamo anche carta e plastica!

  • La carta assorbente può essere inclusa se usata a contatto con gli alimenti o sostanze organiche: a supporto dei fritti, come tovagliolo a tavola, per assorbire acqua, per pulire vaschette contenente cibo, dopo esserci soffiati il naso o medicati una ferita – ma deve essere gettata nell’indifferenziato se entra a contatto con detersivi e sostanze estranee, come ad esempio dopo esserci struccati o aver pulito superfici con l’aiuto degli appositi prodotti
  • L’olio extravergine di oliva, di oliva o di qualunque origine a scopo alimentare non va gettato nell’umido ma raccolto in un contenitore e consegnato presso le stazioni ecologiche
  • La plastica: per un uso culinario esistono stoviglie in plastica biodegradabili, fatte appositamente per essere gettate nell’umido: io scelgo sempre questa tipologia. Piatti e bicchieri non biodegradabili e che entrano a contatto con il cibo son destinati all’indifferenziato, dopo averli puliti il meglio possibile dagli scarti.
  • Cibo scaduto: non devi gettare sacchetti o vaschette intere ma separare l’alimento scaduto dal resto, separandone la destinazione; quindi vaschette alimentari di polistirolo ad uso alimentari nella plastica, scatole di cartone nella carta e scatolette di alluminio nel vetro.
  • Carta forno: anche se è carta, è destinata all’umido!

Carta

Una volta raccolto tutto il materiale, gli enti addetti lo separano accuratamente in base al tipo di carta e cartone, quindi pressano ogni suddivisione per il riciclo: si trita tutto e si impasta con acqua, che viene poi rilavorata e seccata per diventare nuova carta. 
E’ stato stimato che per ogni tonnellata di carta raccolta, si risparmiano quasi 500.000 litri di acqua e quasi 20 alberi.

Tetrapak: quanti dubbi!

  • Carta forno, carta oleata, per alimenti vanno messe nell’umido perché il loro scopo è ad uso alimentare
  • Per piatti e bicchieri di carta vale lo stesso discorso, essendo stati a contatto con gli alimenti
  • Carta chimica per fax o da parati sono composte da sostanze chimiche non adatte al riciclo! Il loro posto è nell’indifferenziato
  • Tetrapak e cartoni per bevande: anche se a contatto con alimenti, se lavati e separati da elementi di origine fattura (ad esempio tappi di plastica), possono essere raccolti nella carta
  • Confezioni con parti estranee: scatole della pasta, di riso, biscotti e simili possono comprendere anche piccole parti in plastica che, se di piccole dimensioni e inglobate nella base, puoi evitare di separare

Plastica

Nella plastica vanno raccolti solo gli oggetti catalogati con le sigle PE (polietilene), PP (propilene), PVC (cloruro di polivinile), PET (polietilentereflato), PS (polistirene): qualsiasi altra sigla o l’assenza di una di queste rende l’imballaggio inadatto a questa destinazione!
Dopo la separazione in base alla sigla i prodotti sono lavati e tritati in scagliette, quindi rielaborati per ottenere diversi prodotti: da tessuti come il pile, ad arredi, imbottiture etc

Ma, poliestere e polistirolo?

  • Poliestere: il poliestere ad uso alimentare, come ad esempio le classiche vaschette che supportano carne, pesce e verdure, se sciacquate da eventuali residui sono adatte alla plastica; se non ad uso alimentare, sono destinate al secco/indifferenziato
  • Piatti e stoviglie di plastica: vanno nell’indifferenziato!
  • Polistirolo: puoi gettarlo nella plastica
  • Deodoranti: se sulla confezione del tuo deodorante son riportate le sigle FE40 o ALU41, puoi gettarla nella plastica.
  • Bottiglie per latte o panna: vale il discorso dei deodoranti
  • VHSCD e DVD non sono adatti alla plastica!

Vetro

Tutto il vetro e il metallo raccolti sono selezionati, frantumati e fusi per poi essere risoffiati/fusi e trasformati in nuovi prodotti. Questo procedimento, per il vetro, può ripetersi moltissime volte e, soprattutto, ogni chilo di vetro riciclato produce altrettanto peso di vetro nuovo: questo è il vero vantaggio, la totale ottimizzazione di ciò che è raccolto!

Ho perso gli occhiali… li avrò mica buttati?!

  • Flaconi della lacca o di spray (ad esempio ambiente): possono essere messi nel vetro se riportano la sigla  FE40 o ALU41
  • Occhiali: non sono adatti perché contengono altre componenti come ad esempio vetro o plastica
  • Lampadine (classiche e al neon): vale lo stesso discorso!
  • Specchiceramicacristallo: se hai uno specchio frantumato, una tazza di ceramica rotta o del cristallo scheggiato, contenendo anche sabbia, argilla, metalli ed altri elementi andrebbero portati presso le stazioni ecologiche (oppure, se non hai alternativa, gettati nell’indifferenziata)
  • Attenti a barattoli e lattine contenenti benzina, solventi, olio del motore: anche questi andrebbero portati presso le stazioni ecologiche

Farmaci e pile (che fan parte dei RUP)

Ogni comune dovrebbe avere degli appositi contenitori (solitamente presso  il Municipio o le farmacie) per i farmaci scaduti e le pile. Questi due elementi non possono essere uniti ad altri destinati alla raccolta differenziata, né essere gettati assieme: entrambi contengono elementi potenzialmente nocivi per la salute e l’ambiente, considera solo che i metalli contenuti in una sola pila possono inquinare 50 l di acqua per molti decenni!

E dove butto la lavatrice?

Qualche anno fa la mia lavatrice esplose, riempendo la casa di schiuma. Insomma, dopo aver preso a calci la lavatrice avrei voluto gettarla dalla finestra. Se anche a te è capitato, è bene sapere allora dove oggetti di mole simile possono essere scaricati. Tecnicamente si parla di RAEE (ovvero scarti ricavati da elettrodomestici ed apparecchiature elettriche) e devono essere portati nelle stazioni ecologiche. I Comuni dovrebbero agevolare il servizio di ritiro dei suddetti presso il domicilio.
I RUP invece sono Rifiuti Urbani Pericolosi: pile, olio per i motori, solventi, pesticidi, insetticidi… puoi smaltirli portandoli con cautela nelle stazioni ecologiche. 

È tutto più facile se

  • Per carta e plastica riduci (comprimendo, smontando o tagliando) le confezioni: occuperai meno spazio e potrai raccoglierne di più
  • Pressi le lattine di alluminio
  • Sciacqui per bene ciò che stai per buttare: lattine vuote, scatolette, bottiglie, piatti e bicchieri!

Visto? Ogni persona, così come ogni oggetto e materiale, ha il proprio posto nel mondo!

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