Mustazzeddu

Alcune zone della Sardegna vantano ricette che risalgono a tempi lontani. Proprio come il mustazzeddu, una sorta di antica pizza. Lo si trova nel Sulcis Iglesiente condito con pomodoro e col nome di Mustazzeddu, ma anche nel Sarrabus, e in particolare nel paese di San Vito, dove però viene chiamato prazzida o pratzira dove la farcitura presenta alcune varianti a base di cipolle, zucchine, melanzane, patate.

A San Vito ogni anno a luglio si svolge, ormai da una trentina d’anni, la sagra della prazzira dove viene servita accompagnata da carne di capra e da buon vino: devo proprio riuscire a partecipare prima o poi! Pare che ad inventare questo gustosissimo piatto siano state, come spesso accade, le suore, che durante lunghi periodi di magra portavano il mustazzeddu ai più poveri in modo da offrire loro un piatto unico, più nutriente del semplice pane.

L’impasto è simile a quello di una focaccia, preparato con semola, farina, acqua, lievito, olio e sale,mentrela mia farcitura preferita è quella del Sulcis, semplicemente a base di pomodori conditi con aglio, olio e basilico. Pronti a impastare con me?

PREPARAZIONE: 6o min. COTTURA: 18/20min. LIEVITAZIONE: 150 min. DIFFICOLTÀ: bassa COSTO: economico

Ingredienti per 8 mustazzeddu

Per la pasta

farina 0 150 g
farina di semola rimacinata 350 g
acqua 350 g
lievito di birra disidratato 7 g*
olio extravergine di oliva 20 g
sale 10 g

Per il ripieno

pomodorini 1,9 kg
aglio 2 spicchio
olio extravergine di oliva 50 g
basilico 10 g
sale q.b.

Procedimento

Per la pasta

Nella ciotola di una planetaria munita di gancio unisci le farine e il lievito. Aziona la macchina e incorpora a filo l’acqua in cui avrai sciolto il sale. Fai incordare fino a ottenere un impasto liscio; infine, versa l’olio.

Forma una palla che trasferirai in una ciotola leggermente unta, copri con pellicola e fai riposare in forno spento per almeno 1,5-2 ore.**

Forma 8 palline da 110 g, aiutandoti con un po’ di olio sul piano da lavoro. Trasferiscile su di una teglia foderata con carta forno e fai lievitare per 30 minuti nel forno spento.

Per il ripieno

Taglia a metà i pomodorini. Spremili leggermente per eliminare l’acqua in eccesso*** senza però fargli perdere la forma. Mettili in una ciotola con l’olio, il sale, l’aglio tritato privato dell’anima, il basilico spezzettato e mescola.

Composizione

Stendi le palline sul piano, aiutandoti con della farina di semola, alla circonferenza di 25 cm. Adagia al centro i pomodorini, lasciando 5 cm di bordo libero. Ripiega il bordo verso il centro sovrapponendolo leggermente con delle pieghe. Adagiali quindi su di una teglia foderata con carta forno. Cuocili in forno statico a 220° per circa 18/20 minuti o fino a farli ben dorare.

Una volta pronti, sfornali e lasciali raffreddare.

Note

* Se preferisci usare il lievito fresco, puoi metterne circa 10-12 g nell’impasto

** Alla ricerca del lievitato perfetto? Allora leggi la mia scheda con gli errori da non fare!

*** Se hai tempo, puoi anche lasciarli scolare con un po’ di sale per qualche ora a temperatura ambiente.

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Conservazione

I mustazzeddu sono buoni anche il giorno seguente, basterà conservarli in frigorifero ben sigillati. Sconsigliata la congelazione.

CURIOSITÀ

Una piccola precisazione linguistica (e un contributo a favore della tutela del dialetto sardo): la grafia corretta del nome di questa tipica focaccia dell’area dell’iglesiente è sarebbe “mustatzeddu”, perché il suono sordo della “z” andrebbe espresso graficamente con “tz”, mentre il digramma “zz” è frutto dell’alfabetizzazione italiana… in sostanza della trascrizione del nome “così come si pronuncia”.

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