ciotola con ribollita e vari ingredienti sul tavolo

Ribollita

Vegetariana
  • Preparazione: 0h 40m
  • Cottura: 1h 30m
  • Riposo: 12h 0m
  • Difficoltà: facile
  • Costo: basso
  • Porzioni: 4 persone
  • Metodo cottura: Fornello
  • Cucina: Toscana

La ribollita è una zuppa tipica della tradizione culinaria toscana a base di pane raffermo, fagioli e cavolo nero. Si tratta di un piatto povero della cucina contadina che nacque come una ricetta di recupero per non sprecare il pane avanzato. La zuppa si contraddistingue per la sua lunga cottura: tradizione vuole che la ribollita si riscaldi almeno due o tre volte. Ogni famiglia ha la propria versione, c’è chi aggiunge del lardo nel soffritto, chi la pasta a fine cotture o chi la arricchisce con creme a base di altre verdure.

Il pane è un ingrediente cardine della cucina toscana, protagonista anche della famosissima pappa al pomodoro o panzanella.

Ingredienti

  • Fagioli cannellini lessati400 g
  • Cavolo nero 200 g
  • Bietole 100 g
  • Verze 100 g
  • Patate 200 g
  • Brodo vegetale 1 l
  • Cipolla 100 g
  • Carote 80 g
  • Sedano 100 g
  • Pane raffermo toscano200 g
  • Concentrato di pomodoro 40 g
  • Timo 2 rametti
  • Aglio 2 spicchi
  • Olio extravergine d’oliva 100 g
  • Sale q.b.
  • Pepe q.b.

Allergeni

Sedano Cereali e derivati

Procedimento

Per preparare la ribollita scalda in una pentola 40 g di olio assieme all’aglio tritato e al timo. Quando l’aglio sarà ben rosolato aggiungi i fagioli cannellini e falli cuocere per qualche minuto; aggiusta di sale e pepe e tienili da parte.

In un bricco metti 1/3 dei cannellini e aggiungi del brodo vegetale, frulla fino ad ottenere una consistenza cremosa e tieni da parte.

Occupati ora delle verdure: monda e pulisci le verze, le bietole e il cavolo nero. Riduci le verdure pulite a striscioline.
Pela le patate e ricava piccoli cubetti di circa 1 cm per lato. Tieni da parte.
Monda e pulisci anche la cipolla, il sedano e le carote e riducili in piccoli cubetti.

In una pentola capiente scalda 60 g, aggiungi la cipolla, il sedano, le carote e le patate, cuoci per una decina di minuti a fiamma bassa.
Unisci il resto delle verdure e fai stufare fino a farle appassire per bene.

Aggiungi anche il concentrato di pomodoro e la crema di cannellini precedentemente ottenuta: fai cuocere per 1 ora a fuoco lento.

Mentre le verdure cuociono lentamente, taglia il pane raffermo a piccoli cubetti. Una volta trascorsa un’ora di cottura, unisci anche il pane alle verdure. Mescola bene per amalgamare tutti gli ingredienti.

Lascia raffreddare completamente la zuppa e riponila in frigorifero per una notte.
Il giorno successivo metti la ribollita in un tegame con un filo di olio e riscaldala bene. Aggiungi anche i fagioli cannellini interi tenuti da parte, aggiusta di sale e pepe.

Servi la tua ribollita ben calda con un giro di olio a crudo!

Note & consigli

*Per rendere la zuppa ancora più buona, è necessario che il cavolo nero abbia “preso il ghiaccio“, vale a dire che abbia vissuto una o più gelate invernali che garantiscono una maggiore morbidezza alle foglie.

*Per un risultato ancora più gustoso, l’ideale è ribollire la zuppa nel forno a legna. Se non hai il forno a legna ti consiglio di ribollire la zuppa in un tegame dotato di un fondo molto spesso per evitare che si bruci.

Varianti della ricetta

La ribollita, come tutte le zuppe e minestre, è un vero e proprio comfort food perfetto da gustare nelle fredde serate invernali. Se hai voglia di una ricetta gustosa e sostanziosa, la gerstsuppe è l’ideale. Le vellutate, cremose e delicate, sono perfette per un pasto ancora più leggero, prova la vellutata di asparagi bianchi o la vellutata di piselli e menta.

Conservazione

La ribollita si conserva in frigorifero per 2-3 giorni senza fatica. Puoi anche congelarla e  conservarla in freezer anche per un mese.

Curiosità

La storia del nome di questa ricetta è molto curiosa e ha origini molto antiche risalenti all’anno 1910. Un tempo i contadini erano soliti preparare grandi quantità di ribollita il venerdì, vale a dire il giorno di magro. La zuppa veniva quindi “ribollita” in padella nei giorni successivi, per almeno due volte; da qui il nome, che sta ad indicare proprio la doppia bollitura.

 

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