Bellini

La prima volta che ho assaggiato il Bellini ero in casa di amici e mi ha subito conquistata. Io non amo particolarmente gli alcolici, anzi sono praticamente astemia, ma questo cocktail per me è irresistibile: adoro visceralmente le pesche, qui protagoniste!

Quando ho deciso di replicarne la ricetta ho studiato e letto le sue origini e sono davvero affascinanti. Fu Giuseppe Cipriani, barista del celeberrimo Herry’s Bar di Venezia, ad idearlo a fine Anni Quaranta. Decise di usare un prodotto tipico regionale ovvero la pregiata ma rara pesca bianca di Verona, che per la sua delicatezza si sposa benissimo con il prosecco bello freddo. Il nome Bellini in realtà è un cognome: il barista dedicò la sua creazione al pittore veneziano Giovanni Bellini, il Giambellino. Egli visse a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento e le sfumature rosate di un suo dipinto simbolo del Rinascimento ispirarono Cipriani, che ne accostò la tinta al cocktail.

Dico la verità, ho sgarrato e non ho seguito esattamente la ricetta originale. Ho scelto pesche classiche più reperibili e calici più capienti del tradizionale flute. Il risultato? Un colore aranciato bello brillante e una bella dose soddisfacente, inebriante. Non so tu, ma io sono pronta a brindare con un Bellini!

PREPARAZIONE: 10 min. DIFFICOLTÀ: facile COSTO: economico

Ingredienti

pesche, purea 1/3
succo di limone** qualche goccia
prosecco 2/3

Per guarnire

pesche fette q.b.

Procedimento

Inizia dalle pesche. Lavale e asciugale, quindi sbucciale cercando di includere meno polpa possibile. Tagliale a metà e rimuovi il nocciolo.

Bellini

Tagliale a tocchetti e metti tutto in un food processor (oppure usa frullatore ad immersione), quindi azionalo per ottenere una purea molto liscia. Unisci il succo filtrato di mezzo limone e frulla un’ultima volta.

Bellini

Componi il Bellini versando in ogni calice*** 1/3 di purea di pesche e 2/3 di prosecco. Miscela bene e guarnisci con una fetta di pesca fresca. Il tuo Bellini è pronto, salute!

Bellini

Bellini: note

*La ricetta originale prevede l’uso delle pregiate pesche bianche veronesi ma, data la loro scarsa reperibilità, puoi tranquillamente usare le classiche come ho fatto io. Anche le pesche noci vanno bene.
Per due persone è sufficiente 1 pesca ma regolati in base alla proporzione corretta. Ogni Bellini è infatti composto da 1/3 di purea di pesche e 2/3 di prosecco come da ricetta.
Se desideri insaporire le pesche prima di frullarle, puoi ridurle a tocchetti e lasciarle macerare con un cucchiaio di zucchero semolato o di canna per una mezzora.

**Il succo di limone, oltre a conferire una nota piacevolmente acidula, previene l’annerimento della polpa. È inoltre facoltativo: indicato soprattutto nel caso in cui non si intenda consumare subito il Bellini.

***Puoi usare il calice che preferisci, capiente o no che sia: l’importante è seguire la proporzione indicata di ingredienti. Una parte di purea di pesche e due parti di prosecco.

Conservazione

Puoi conservare il Bellini per qualche ora in frigorifero, in una bottiglia. Puoi anche congelarlo, magari nelle formine del ghiaccio per dei cubetti alternativi.

Sapevi che…

L’inventore del Bellini, Cipriani, elaborò nella sua cucina una sinergica commistione tra pittura e cucina. Dopo il grande successo del Bellini, infatti, ideò il carpaccio, piatto di carne servita a fettine che prende il suo nome proprio dall’omonimo artista veneziano: anche questa volta, i colori intensi delle sue tele, a quel tempo esposte al Palazzo ducale di Venezia, diventarono una importantissma fonte di ispirazione!

4.8/5
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6 Commenti

  1. ke buonoooo io lo adoro!! solo ke il prosecco è l’ unica bevanda alcolica che non riesco proprio a smaltire.. ci sarebbe qualche alternativa?

  2. Salve!
    vorrei sapere se anziché frullare la pesca la si centrifugasse, si guasterebbe il sapore? risulterebbe più limpida ed meglio amalgamabile col vino.
    Grazie

    1. Ciao Piera! Io ti consiglio di frullarla perché val la pena includere anche la polpa come da ricetta originale, puoi però provare: fammi sapere! 🙂

      1. Ho provato. In effetti il risultato è più “banale”.
        Sempre meglio l’originale!
        Ciao|

I commenti sono chiusi.

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