Lenticchie in umido in tegame di alluminio, con carote, prezzemolo, cipolla e ciotolina di lenticchie secche

Lenticchie in umido

  • Preparazione: 0h 10m
  • Cottura: 0h 50m
  • Difficoltà: facile
  • Costo: basso
  • Porzioni: 4 persone
  • Metodo cottura: Cottura lenta
  • Cucina: Italiana

I legumi sono un ingrediente versatile, che sa di tradizione contadina, di semplicità e di calore domestico. Le lenticchie non fanno eccezione e, preparate in umido, possono rappresentare una buona alternativa a una zuppa o minestra, il completamento di un primo piatto di pasta oppure un sostanzioso contorno (come nel classico abbinamento cotechino con lenticchie). In ogni caso sono l’ideale per una cena frugale adatta alle serate della stagione fredda. Se ti è rimasto qualche pacchetto di lenticchie dalle festività di Capodanno, approfittane per prepararle secondo questa ricetta che le vede protagoniste e promette di farti ritrovare nel piatto tutto il gusto di un passato culinario apparentemente dimenticato!

Ingredienti per 4 persone

PER IL SOFFRITTO

  • Carota 100 g
  • Cipolla dorata 100 g
  • Sedano 70 g
  • Salvia 3 foglie
  • Rosmarino 1 rametto
  • Olio extravergine d’oliva q.b.
  • Pancetta dolce a cubetti (opzionale)80 g

PER LE LENTICCHIE

  • Lenticchie rosse 350 g
  • Brodo vegetale 1 l
  • Concentrato di pomodoro (opzionale)30 g
  • Alloro 2 foglie
  • Sale q.b.
  • Pepe q.b.

Allergeni

Sedano

Procedimento

La sera prima metti le lenticchie secche in una ciotola e sciacquale abbondantemente sotto l’acqua corrente, mescolandole spesso. Lasciale in ammollo nell’acqua fredda con una punta di bicarbonato per tutta la notte in frigorifero coprendole con un coperchio.

La mattina seguente, scola e sciacqua per bene le lenticchie poi mettile in una colapasta ad asciugare.

Prepara il soffritto, tagliando a dadini molto piccoli la carota, il sedano e cipolla precedentemente mondati. Realizza anche un trito fine con salvia e rosmarino e metti tutto a soffriggere in una padella antiaderente con un filo d’olio.

COTTURA

A questo punto aggiungi le lenticchie in tegame; falle rosolare a fiamma viva per 2-3 minuti, quindi aggiungi l’alloro e, se vuoi, anche il concentrato di pomodoro diluito in un po’ di brodo vegetale.

Aggiungi in pentola anche metà del brodo vegetale, abbassa la fiamma e prosegui la cottura a fuoco medio con coperchio per circa 40 minuti, controllando che il tutto non si asciughi troppo e aggiungendo un po’ di brodo vegetale di tanto in tanto, se necessario.

A cottura ultima, aggiusta eventualmente di sale, aggiungi un filo di olio evo a crudo, una grattata di pepe e servi le tue lenticchie ben calde!

Note & consigli

*Per una sferzata di gusto e sostanza in più, se vuoi, puoi aggiungere anche della pancetta a cubetti al soffritto e farla rosolare insieme alle verdure e alle erbe aromatiche.

Varianti della ricetta

Se ti piacciono i legumi ti suggerisco di provare anche la gerstsuppe (zuppa d’orzo altoatesina), la zuppa di farro e fagioli e quella di cereali e funghi.

Conservazione

Puoi conservare le tue lenticchie in umido per 2-3 giorni in frigorifero, all’interno di un contenitore ermetico.

Curiosità

Le lenticchie non sono tutte uguali! Solo in Italia ce ne sono 8 varietà: quella di Castelluccio di Norcia, coltivata nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini (caratterizzata da una grande varietà di colori e dalla forma rotonda ed appiattita); quella di Altamura (di grandi dimensioni e dal colore verdastro); quella di Mormanno, coltivata nel cuore del Parco Nazionale del Pollino (molto piccola e dal colore che varia dal rosa al verdone); quella di Santo Stefano di Sessanio, coltivata a circa 1200 metri di altitudine all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso (di dimensioni estremamente piccole e naturalmente sapida); quella di Ustica, coltivata su terreno lavico (una delle più piccole d’Italia, dal sapore delicato), quella di Villalba, varietà autoctona siciliana (grande particolarmente ricca di ferro e proteine); quella di Rascino, coltivata al confine tra Lazio ed Abruzzo (piccola e marroncina) e infine quella di Soleto, prodotta in Salento (dal colore nero e dalla consistenza rugosa). Tutte hanno un loro utilizzo di elezione (per lo più zuppe e minestre, ma anche insalate, polpette e hamburger vegetariani) e sono accomunate dal fatto di dover essere conservate al buio. Una differenza? La necessità o meno di ammollo dipende dallo spessore della buccia.

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